Mi piaceva molto vivere a Boston, così pensai di lanciarmi nella ricerca di un lavoro da poter intraprendere in futuro e ritornare nuovamente nella City.
Primo passo, stilare un curriculum (che in America si chiama resume) in perfetto American style: UNA SOLA PAGINA.
La canzone, però, era sempre la stessa:
No Green Card, No Work!
Recitate da George Clooney in una versione rivisitata del noto spot pubblicitario, queste parole forse assumerebbero un tono più leggero e rassicurante. Invece no, la realtà è più dura. Persino applicando la proprietà commutativa a questo slogan ….. il risultato, ahimé, non cambia!
Ebbene sì, amici, la burocrazia americana è un bandolo difficile da sciogliere. Il visto per lavoro non viene concesso facilmente, a meno che non abbiate un profilo particolarmente ricercato per cui l’azienda sia disposta a sborsare tanti dollari per farvi da sponsor. Ad esempio, in campo biomedico, della tecnologia, dell’informatica, della fisica, dell’ingegneria potrete avere ottime possibilità!
Cari umanisti, per noi invece è sempre più difficile, ma non impossibile. Conoscete il programma Fulbright? E’ un programma che offre borse di studio, ricerca e insegnamento nelle migliori università statunitensi, ma anche in questo caso non si transige: è indispensabile certificare la propria competenza linguistica attraverso una di queste due certificazioni: TOEFL o IELTS.
Io tentai anche la strada dell’insegnamento dell’italiano. A Boston la società Dante Alighieri in collaborazione con il Consolato italiano promuove diverse attività mirate al supporto e alla diffusione della lingua e della cultura italiana. Purtroppo, però, le porte mi furono chiuse perchè nel Massachusetts è necessario conseguire una licenza specifica per poter insegnare. Trovate tutte le info del caso sul sito ufficiale del Consolato Generale d’Italia in Boston.
Tornai a casa con la valigia ancora più pesante perché portai con me lo sconforto di non essere riuscita a trovare un lavoro e con l’incertezza gucciniana che “anche se qualche cosa lasci in giro, non sai se è come un seme che dà fiore o polvere che vola ad un respiro”.
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