Rettangolo di mondo

Quarantaquattro. E non sono i gatti “nella cantina di un palazzone” dello Zecchino d’Oro del ‘68.

Millecinquantasei. Le ore trascorse tra le mura di casa. La chiamano quarantena.

COVID-19, mascherine, misure di contenimento, distanziamento sociale, amuchina, guanti, il bollettino quotidiano delle ore 18.00, positivi, tamponi, picco, curva dei contagi, triage, isolamento, supermercato, farina, lievito, farmacia, videochiamata, flashmob, gli applausi, l’inno d’Italia, didattica online, smartworking, lockdown, corsetta, zona rossa, virologo, pandemia, vaccino,  terapia intensiva, decessi, autocertificazione, portare il cane a passeggio, fase 2, riapertura, cambiamento delle abitudini”. Le parole che hanno scandito quotidianamente queste quarantaquattro giornate, come fossero rintocchi assordanti di un orologio a pendolo.

Dopo una lunga pausa dal mio blog, speravo di riprenderlo in mano per raccontare nero su bianco il viaggio che sognavo per quest’estate 2020 e invece mi ritrovo a descrivere una minuscola parte di mondo, quel rettangolo che riesco a ritagliare con i miei occhi dal  balcone di casa mia, guidandoli come fossero l’obiettivo di una macchina fotografica. E’ assurdo perché visto da casa, quel piccolo cosmo sembra quasi estero e percepisco la presenza di una barriera, seppur invisibile, tra il dentro e il fuori. Scruto la vita messa in pausa di chi è al sicuro nel proprio nido e di fronte a me un ospedale, il più grande della città in cui vivo: lì nulla è in standby.

Pasqua. Lontano da tutti. Distanziamento e distanza. Nelle mie precedenti vite vissute all’estero ho sperimentato più volte la distanza, sia geografica che affettiva. Ma in quelle situazioni avevo tanta di quella bellezza intorno che me la rendeva più leggera, da dimenticare persino di trovarmi a migliaia di chilometri da casa, ci stavo bene. Invece questo piccolo rettangolo di mondo che si staglia davanti tutte le mattine fa esattamente il contrario, mi ricorda giorno dopo giorno che sono lontana dalle persone che amo, che non è ancora possibile uscire per visitare un museo, per gustare una pizza con gli amici, per fare una passeggiata a piedi nudi sulla spiaggia, abbracciarci come facevamo prima … non è ancora possibile tornare a vivere la vita là fuori. Ma io non vedo l’ora di nutrirmi nuovamente di stupore e splendore.

Viaggiatori si nasce, viaggiatori si resta. In qualunque circostanza. Come qualunque viaggio che si rispetti, il bagaglio va preparato con cura, ancor di più quando la meta del viaggio coincide con il nostro mondo interiore. Cosa ho messo nella mia valigia? Tanta creatività che negli anni avevo salutato e che in queste settimane è stata vitale per offrirmi stimoli nuovi ed incuriosirmi. In questa quotidianità atipica hanno trovato spazio numerose letture, momenti di evasione che mi hanno concesso di andare ovunque volessi, lontano da decreti e virus malevoli. E la musica, compagna fedele di queste lunghe giornate: ho riscoperto il piacere che si prova nel sentire scorrere la musica sulle dita facendo scivolare queste sui tasti di un pianoforte. La musica è stata in qualche modo il bacio del buongiorno e la carezza della buonanotte in questo periodo assurdo in cui l’affettività non può essere manifestata attraverso i gesti che spontaneamente siamo abituati a compiere.

Ogni cambiamento porta con sé un’immensa dose di curiosità ed incertezza e quella che arriverà nelle prossime settimane sarà una vita diversa. Forse più lenta o forse no. Una seconda vita in cui ci guarderemo di più negli occhi perché diventeranno il nostro principale mezzo di comunicazione. Prima, probabilmente, inghiottiti dalla frenesia della “solita routine” vivevamo distrattamente, dimenticandoci spesso anche degli altri, di soffermarci sui loro sguardi e di chiedere un “come stai?” in più. Per un po’ continueremo ad essere distanti ma la voglia di condivisione busserà sempre più forte e quando sarà nuovamente possibile condividere vita, sarà gioia allo stato puro!

Il viaggio che avevo tanto desiderato dovrà attendere pazientemente. E quando arriverà, sarà ancora più bello! Intanto, come una bambina impaziente voglio tornare a mordere la mia vita perché il rettangolo di mondo che vedo dal mio balcone non mi basta più! 🙂 🙂 🙂

Una risposta a “Rettangolo di mondo”

  1. Il tuo scrivere ci fa vivere tutte le tue emozioni di questo tempo.
    Anche le farfalle hanno paura a volare quando il tempo è in tempesta!
    E restano ferme e mimetizzate tra i fiori multicolori, in attesa che spunti il sole.
    Buona Vita!
    Volerai appena spunta il sole .

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