Tra vertigine e voglia di volare

Settembre. E’ finita la pacchia. Si ripongono pinne ed occhiali in soffitta e ci si dà appuntamento all’anno prossimo. Chi come me vive su un’isola che gode di un clima stupendo, fa davvero fatica ad abbandonare l’estate. Le parole della PFM sembrano lontane anni luce dalla realtà. Settembre, è finita la pacchia, ma io un’ultima giornata al mare me la concedo! Il mare, quello che sento mio, mi fa dimenticare tutto ciò che non offre la mia terra e mi spinge a pensare a come si possa lontanamente desiderare di andar via da un simile paradiso naturale!?! E invece basta davvero poco per rinsavire e accorgermi che mentre le acque del mio mare sono in continuo mutamento, la terra che bagnano con il loro inarrestabile incedere è immobile, adagiata su stessa, stanca e incompresibilmente immutevole.

calampLa mia terra ammalia con le sue indiscutibili ricchezze culturali, paesaggistiche e gastronomiche ma contestualmente respinge le idee, i talenti. Una terra che spesso, adesso anche troppo, seduce i suoi giovani attraverso opportunità lavorative che poi si rivelano specchi per le allodole. La terra delle contraddizioni, della continua lotta interiore del vado via/non vado via, la terra delle speranze costantemente deluse. Una condizione stagnante che assopisce anche gli animi di chi fino ad ora ha voluto crederci, nonostante tutto. Un terreno fertile che lascia spazio a lunghe discussioni sul tema “coraggiosi e vigliacchi”: coraggioso chi resta, vigliacco chi va via. A mio parere, coraggioso è chi decide di affrontare una realtà complessa e difficile e si impegna per cambiarla (tuttavia facendolo senza lamentarsi), non chi resta nascondendo dietro la scusa dell’eroico coraggio l’infinita paura di staccarsi dal cordone ombelicale. Così come trovo assurdo che si definisca vigliacco qualcuno che decide di armarsi davvero di tanta forza e coraggio, di mollare le proprie certezze lottando per una vita migliore all’estero.

Ci si lamenta del lavoro che non c’è, del caldo, del freddo, del traffico, della sporcizia, dello smog, della munnizza, del vicino di casa rumoroso, della gente incivile e incurante, dei parcheggi che mancano, dei mezzi pubblici inadeguati, dei servizi carenti …. mi chiedo, o meglio lo chiedo ai coraggiosi difensori della patria, se tutti questi messi insieme siano validi motivi per restare o delle solide ragioni per poter credere ancora in un possibile miglioramentio! Perchè continuare a lamentarsi e a vivere insoddisfatti se altrove, da qualche parte nel mondo, probabilmente si può condurre una vita più appagante senza rischiare una colite nervosa?

Chi parte lo fa per tanti motivi: per necessità, per curiosità, per spirito d’avventura, per confrontarsi con un’altra cultura, per acquisire indipendenza, per conoscere un contesto diverso da quello d’origine. Spesso nel web leggo articoli come “dieci, trenta, o cento motivi per andare all’estero”, per gioco ho provato a stilare su un pezzo di carta un elenco di motivi per NON andare all’estero …. il mio pezzo di carta è rimasto bianco! Fatte salve le situazioni contingenti che impediscono una permanenza ad una distanza sensibile, credo non esista un solo motivo per non fare un’esperienza all’estero.

Partire senza alcuna certezza fa paura ed è normale che sia così, ma superare questa paura è l’atto più coraggioso che dobbiamo a noi stessi se vogliamo veramente vivere un’esperienza unica! Io questo passo l’ho fatto diversi mesi fa. Non è stato facile, ci è voluto del tempo ma oggi posso dire di essere molto orgogliosa e di essere pronta a rifarlo!

Vi saluto con una frase di Jovanotti che amo molto

la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare ….

Rossella

Se volete rimanere aggiornati, iscrivetevi alla newsletter qui sotto!


2 Risposte a “Tra vertigine e voglia di volare”

  1. La vita si costruisce con le esperienze e il viaggio contribuisce a far crescere ,ti apre tanti orizzonti, ti permette di conoscere tanta gente ti arricchisce comunque. Vola farfalla il mondo ti aspetta! @!!!

I commenti sono chiusi.