Souvenirs

Non sono mai stata un’ottima turista, lo riconosco. Per intenderci, non compro mai souvenirs! Zia è ancora offesa perché non ha ricevuto il tanto atteso souvenir, ma cosa posso farci se sono particolarmente intollerante alle sfere di vetro con dentro la neve, o ai ditali da sarta in ceramica, non riesco proprio ad acquistarli! E non sono nemmeno la turista che ingerisce un’intera guida informativa prima di partire … no, io ritaglio una buona parte di tempo e di spazio per l’improvvisazione. Mi piace imbattermi nei luoghi, stupirmi alla loro vista, scoprirli per la prima volta. Non amo partire con un bagaglio di emozioni preconfezionate o stabilite da altri, che senso avrebbe, non sarebbe più il mio viaggio!

Più che una turista distratta che va di corsa, preferisco essere una viaggiatrice curiosa. Più parto e più aumenta in me il desiderio di conoscere una nuova parte di mondo da aggiungere al mio, è un po’ come comporre un puzzle, all’inizio indefinito e confuso ma che poco a poco prende forma. Ogni partenza, ogni viaggio mi ha permesso di “conquistare” una tessera del mosaico, un nuovo punto di vista, un nuovo modo di vivere, ma soprattutto un nuovo modo di sentire la vita attraverso i suoi doni quotidiani.

La routine spesso ci fa dimenticare di alzare gli occhi per ammirare l’immensità del cielo, o di apprezzare l’architettura di un antico palazzo. Ci deconcentra, non ci dà il tempo di percepire i profumi, di fermarci per goderci la vista di un panorama, di un tramonto, di un mare calmo e piatto. Ci distrae dai suoni e dai rumori che caratterizzano i mestieri e spesso ci distrae dal vedere gli altri. Viaggiare mi ha insegnato in un certo senso a fermare il tempo, ad immortalare le emozioni attraverso una foto, un appunto scritto o semplicemente attraverso i sensi, e a custodirle come doni preziosissimi.

souvenirsDa Granada mi sono portata il profumo delle gustosissime miscele di tè esposte nelle botteghe in centro, i rumori della città che lentamente cominciava ad aprire gli occhi alle nove del mattino, l’intonazione di una lingua che amavo (e amo tuttora) parlare nonostante le gaffe dei primi giorni dovute ai false friends. Ho portato con me i racconti di qualche cordiale signora con la quale capitava di intraprendere una conversazione alla fermata dell’autobus; il canto dei gitani riuniti al Mirador de San Nicolas, i pomeriggi trascorsi lungo il fiume Darro leggendo e ascoltando i musicisti hippy che animavano il Paseo de Los Tristes. Ho messo in valigia la passione travolgente del flamenco, la gioia di vivere dei granadini nonostante le difficoltà dettate dalla crisi economica, la loro religiosità. Posso dire di non essermi persa nulla!

I miei souvenirs sono emozioni toccate con mano e vissute con il cuore, frammenti di esperienza di cui mi sento fieramente ricca e della quale non posso fare a meno di nutrirmi. Zia dovrà farsene una ragione!

Rossella

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2 Risposte a “Souvenirs”

  1. Leggendo, sembra di andare in giro per il mondo assieme a te e quindi vivere le stesse emozioni, sentire gli stessi profumi. Questo mi piace del tuo blog: ci porti con te!

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