Dalla collina alle stelle!

“Nonno domani vado a New York”!

 

Un nonno che ha vissuto la guerra ma anche un nonno 2.0 con cui mi divertivo a parlare su Skype, soprattutto quando mi trovavo in America, e mi piaceva un sacco vedere il suo stupore, pensieroso all’idea di avere una nipote che girava da sola all’estero, lontano da casa ma che magicamente sembrava vicinissima grazie al computer, questo sconosciuto. Per lui una nipote coraggiosa, in poche parole.

“Nonno domani vado a New York” – “Vedi e ti perdi” (grazie per la fiducia!).

New York, solo a pronunciarne il nome mi è sempre venuto il capogiro. L’avevo sempre vista come una metropoli irraggiungibile, una città da film che probabilmente avrei soltanto sognato, una meta troppo distante per materializzarsi. E invece quel piccolo desiderio si è avverato!

All’epoca poco ferrata in materia e troppo confusa per organizzare il tanto atteso weekend a New York, lasciai fare tutto alla mia carissima compagna di viaggio. Guardavo le indicazioni su google maps e vedevo una città infinita, mi perdevo solo a pensarci! Io che mi dividevo tra un paesino in collina di appena 2000 anime e una città di circa un milione di abitanti, avrei fatto un salto davvero non indifferente in una città 8 volte più grande! Ci preparammo al nostro lungo viaggio in autobus che da Boston ci avrebbe portate nel cuore pulsante della Grande Mela, Manhattan!

Avete presente la faccia di una bambina che vede per la prima volta le luci di un Luna Park? Ecco, quella bambina ero proprio io! Quando uscii dalla stazione i miei occhioni grandi furono catturati dalle luci della città: led, insegne luminose, faretti colorati, grattacieli, locali, musica, taxi gialli, sponsor giganti, semafori in ogni angolo e la gente, tantissima gente…..ero veramente a New York!!!!!!!!!! Partirono poi le telefonate verso la base (casa)  “sto bene, sono viva e felicissima!” e la solita raccomandazione da parte dei miei e della mia dolce metà, tutti mezzi addormentati vista l’ora italiana (a proposito di fuso orario, leggete il mio articolo “Che ore sono lì?”). Non restava che chiamare un taxi e avviarci verso l’ostello, diciamo vicino Times Square (da premettere che a New York i posti sembrano apparentemente vicini tra loro)…sarà facile raggiungerlo! Na parola!

Il primo tassista incrociato nella Grande Mela parlava solo spagnolo e ascoltava salsa cubana, ci accompagnò all’indirizzo da noi indicato ma sorpresa! Dell’ostello neanche l’ombra! Praticamente dopo tanti giri e telefonate scoprimmo che si erano trasferiti da un’altra parte (pur rimanendo in zona) ma senza preoccuparsi di aggiornare il sito….che carini!

By the way, stanche arrivammo in ostello, camera per due minuscola, da mancar l’aria ma #chissenefregatantosiamoanewyork! Prima tappa: fare immediatamente un salto a Times Square e mangiare schifezze in mezzo alla folla. La gente in giro era talmente tanta che non si camminava spontaneamente ma per inerzia, spinte a destra e manca.

1.Passeggiata a Times Square fatto

2. Giretto all’Hard Rock Café fatto

3. Mangiare un hot dog strabordante di salsa barbecue in un baracchino con le          ruote fatto

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Manhattan ci diede il benvenuto che ci aspettavamo, anzi a dirla tutta anche oltre le aspettative. New York come tante altre città del mondo, può piacere o non piacere affatto, può eccitare quanto far venire voglia di scappare in un luogo solitario e tranquillo, lontano da luci e rumori. Avendola vissuta per un solo weekend, cercai di cogliere tutto ciò che poteva incuriosirmi, soprattutto la sua eterogeneità culturale, e godermela. Se amate incontrare il mondo, tenere un ritmo che rasenti quasi la frenesia, e il caos metropolitano, allora New York fa al caso vostro….diversamente, potreste sentirvi davvero fuori posto!

New York finisce qui?

Il resto nelle prossime puntate, stay tuned!

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