Volere è potere

Granada, marzo 2013

Stamattina io e i miei compagni di viaggio del Programma Leonardo incontreremo i responsabili dell’associazione ospitante che ci spiegheranno nel dettaglio come si svolgerà il nostro percorso di stage e in quali aziende lavoreremo. Ho la febbre a 38°, un mal di gola allucinante, non riesco a parlare e tossisco a più non posso; passare da 3 aeroporti per raggiungere Granada è stato nocivo per la mia salute a causa degli sbalzi di temperatura. E io che non immaginavo neanche di venire in Spagna, vediamo come andrà.

La Spagna era pressoché fuori dai miei programmi, non mi ispirava più di tanto, pensavo “ma sì, in fondo non è poi così tanto diversa dall’Italia, lo spagnolo non è una lingua che stimola la mia curiosità…..invece in Irlanda potrei esercitare il mio inglese, o meglio ancora in Polonia o Portogallo potrei muovere i primi passi per apprendere una nuova lingua, sarebbe fantastico!!!”. Ci sono circostanze che sorprendono in negativo, altre invece assolutamente in positivo. Nel mio caso l’Andalusia è stata una circostanza che non solo mi ha sorpreso positivamente ma mi ha fatto innamorare perdutamente di lei.

Ma faccio prima un passo indietro, ovvero a quando Cupido non aveva ancora scoccato la sua freccia…

Perché sono stata selezionata per andare proprio in Spagna? Non parlo lo spagnolo, non è la prima destinazione che ho “flaggato” nell’application, come potrò fare lo stage se non parlo la lingua? Le opportunità che mi offriranno saranno ridotte o poco allettanti. E poi Granada mi sembra una città minuscola, ed è pure in montagna!  – (Il pregiudizio si era impossessato dei miei pensieri). –  Non capivo cosa avesse di speciale questa città, quando riferii la notizia ad alcuni amici che l’avevano visitata, scorgevo nei loro occhi una luce particolare nel descrivermela, la definivano una città dall’atmosfera magica ed avvolgente, due aggettivi che soltanto dopo averla vissuta ho ritenuto i più azzeccati!

Il responsabile dell’associazione, il primo Jesús incontrato a Granada (nome diffusissimo), ci accoglie in una sorta di auditorium e ci chiede gentilmente di presentarci, subito dopo a ciascuno di noi avrebbe comunicato la sede dello stage. Immaginate la mia presentazione:

“Hola….cough….me llamo….cough…no hablo muy bien…cough”

tra l’imbarazzo per non riuscire ad unire quattro parole e soprattutto per la mia voce smorzata dal catarro. Chi me l’ha fatto fare! L’imbarazzo aumenta quando Jesus mi comunica che la sede che ha scelto per me è un ufficio turistico … non uno qualunque bensì quello comunale! Cioè la prima tappa in cui fanno sosta migliaia e migliaia di turisti per sapere tutto sulla città, diciamo il biglietto da visita, ecco!(Piccola parentesi: prima della partenza, l’associazione di invio ci aveva chiesto in quale tipologia di azienda turistica avremmo voluto fare lo stage, e tra le varie opzioni da me indicate, avevo segnalato anche l’ufficio in questione, quindi tutto sembrava perfetto! Rossella puoi ritenerti soddisfatta!). Ed io pensavo: “Cioè quindi io ….. allora sì ….  dovrò essere il primo punto di riferimento per il turista …. sì certo, in una città che non conosco …. dovrò arrangiarmi con una lingua che non conosco, in poche settimane dovrò imparare a parlare, sì sì certo!” – PANICO 1 !!! 

I primi giorni servono per girare la città, per prendere confidenza con le strade, con i mezzi di trasporto e per frequentare il corso di spagnolo….ovviamente nella classe beginners! Per un italiano, studiare ed imparare lo spagnolo non è certamente difficile quanto possa esserlo invece imparare altre lingue, mi pare abbastanza scontata la riflessione. Eppure, lo spagnolo nasconde tante trappole, i “false friends” che ti traggono in inganno e che ti fan fare delle figuracce! Passeggio per la città, è molto carina e la gente sembra tanto cordiale; purtroppo capisco pochissime parole, questa cosa mi scoraggia, i granadini parlano velocemente….aspetta, aspetta, ma dove sono finite le “s”?????? Di colpo mi torna in mente la testimonianza di una ragazza che qualche anno prima aveva fatto quest’esperienza a Granada e durante un incontro pre-partenza mi aveva detto che se avessi imparato lo spagnolo lì, mi sarei trovata bene altrove proprio perché la varietà linguistica andalusa è bella tosta da capire! E aveva ragione, tostissima direi.

Sono curiosa, voglio fare un salto nell’ufficio che mi accoglierà tra qualche settimana; lì ci lavora anche un ragazzo italiano, potrò chiedergli maggiori info e cominciare a farmi un’idea più concreta di quali saranno le mie mansioni. Wow! L’ufficio si trova in pieno centro, in una piazza bellissima, vicino c’è un bar che mi piace tanto ed una via piena di ristoranti di tapas, la location mi attira già! Entriamo! Ci sono diverse postazioni di front desk, con altrettanti operatori, ciascuno con il proprio badge e delle bandierine che indicano le lingue parlate, l’ufficio è pieno di turisti nonostante sia marzo e faccia freddo; mi faccio spazio tra la gente e con fatica cerco una bandierina italiana……eccola, postazione n.1! Il futuro collega mi accoglie naturalmente com’è solito fare con i turisti, cioè salutando in spagnolo e chiedendomi in cosa può aiutarmi. Giusto due parole ed esco da quell’ufficio carica di mappe, foglietti informativi, libretti e brochures per portarmi avanti con il lavoro 🙂 Il collega mi dà pure una notizia che mi spiazza…”prima di prenderti in ufficio, ti faranno fare un esame scritto, devi imparare un bel po’ di cose in pochi giorni e rispondere ad una serie di domande, tutto in spagnolo” – PANICO 2 !!! 

Ho capito, sarà il solito esagerato che vuole scoraggiare i nuovi arrivati. E INVECE NO! Alcuni giorni dopo, la responsabile dell’ufficio convoca me ed altri stagisti…sorride poco, sembra severa e precisa, tiene in mano delle grosse dispense, a cosa serviranno? Il collega mi aveva avvertito ….. in quella dispensa c’è tutto quello che devo imparare in una settimana, dal funzionamento dell’ufficio alla storia di Granada, dalle informazioni più semplici agli itinerari storico-artistici da proporre ai turisti, dalla risoluzione di problemi all’accoglienza.

Nella mia mente due parole fisse: UNA SETTIMANA – PANICO 3 !!! 

Questo posto mi piace, penso che ci starei molto bene e non voglio rinunciarci, farò il possibile per studiare ed imparare, giorno e notte. Lezioni di spagnolo, appunti, canzoni, film, sostegno dei coinquilini, passeggiate per scoprire la città ed imparare quante più parole possibili, giornali, TV, spesa al supermercato, ordini al bar. Faccio l’esame e attendo con ansia il giorno della comunicazione del risultato. La responsabile mi consegna il plico, questa volta ha un’espressione distesa ed un sorriso appena delineato sul volto …. sinceramente non ne comprendo il motivo, visto che mi preoccupa di più sapere come sia andata. Col senno di poi dico che è il suo modo per manifestare approvazione e complimentarsi con chi ha fatto bene il proprio lavoro.

2015-12-29_17.04.51[1]

Enhora buena Rosela! (A Granada, oltre a perdere una “s”, ho perso anche una “l”)

Da domani avrò il mio badge, le mie bandierine, il mio desk. La responsabile ha visto il mio impegno e crede che porterò a termine l’esperienza con successo. So che non sarà semplice cominciare, ma è un storia vecchia, succede sempre. Passano le settimane e il mio spagnolo migliora tantissimo, per fortuna ho tanti colleghi stranieri e insieme abbiamo deciso di parlare esclusivamente in spagnolo; i granadini mi aiutano tantissimo facendomi esplorare gli angoli meno conosciuti della città, mi raccontano la loro Granada, quella intima e solitaria, autentica, gitana, che mi piace da morire e della quale sono innamorata persa! Prima di andare in ufficio prendo un caffè con Tomás, che poggia il giornale sul bancone del bar, lo apre e mi chiede di leggere e tradurre un articolo, anche lui ama le lingue straniere e vuole imparare l’italiano, quindi il nostro tandem linguistico diventa un impegno di studio a tutti gli effetti. Mi ha anche regalato un romanzo del suo autore preferito ma al momento è complicato per me, lo leggerò più in là e mi ricorderò del suo prezioso aiuto.

Si comincia! I giorni passano veloci ma ho la sensazione che il tempo sia dilatato, che rispetto al solito riesco ad infilare più cose nella stessa giornata, sento che il mio tempo è pieno, intriso di emozioni intense che agli altri non riesco a spiegare.

Ok sarà pure una bella città, ti starai divertendo, stai vedendo posti incantevoli ma non esageriamo!

Avete presente quell’inspiegabile emozione che scorre nelle vene quando si fa qualcosa che piace? Alcuni lo chiamano interesse, io preferisco passione. La passione è qualcosa che lascia un segno e non ti molla, un pensiero che non abbandoni definitivamente, lo puoi accantonare per qualche momento ma poi eccolo che riaffiora, e ti riscopri più innamorato di prima!

Ecco, Granada è la mia passione!

Se volete rimanere aggiornati, iscrivetevi alla newsletter qui sotto!